PROPOSTA DI LINEA CONDIVISA PER UN CICLO DI RIFIUTO Più ECONOMICO E LEGATO ALL’ECONOMIA CIRCOLARE


Nell’immediato (6 mesi, 1 anno)

Organizzare una raccolta differenziata “porta a porta” (PaP), che appare l’unico sistema efficace di R.D. in grado di raggiungere in poco tempo e su larga scala quote percentuali superiori al 70%.

Cinque contenitori per organico, carta, plastica, vetro e residuo, il cui ritiro e’ previsto secondo un calendario settimanale prestabilito e isole ecologiche per ingombranti e pericolosi.

Il PaP deve essere organizzato in funzione del tessuto urbano e sociale del quartiere, non esiste un solo tipo di PaP.

Col PaP si ha una raccolta di tipo integrato, con minori costi considerando che sono i giri dei mezzi per la raccolta la voce di costo più significativa, considerando l’indifferenziato (il “resto”) alla stregua delle altre frazioni differenziate e programmandone la raccolta una vota la settimana.

Altri sistemi (campane stradali, “calotte intelligenti”) implicano una raccolta di tipo aggiuntivo (alla raccolta dell’indifferenziato si aggiunge la raccolta del differenziato). Nel momento in cui aggiungo qualcosa i costi non possono che lievitare.

Medio termine (1-2 anni)

  1. Realizzazione di piattaforme impiantistiche per la valorizzazione dei materiali da Raccolta Differenziata per il loro riciclaggio e recupero.
  2. Realizzazione di centri per la riparazione, posti vicino alle isole ecologiche, in cui beni durevoli, mobili, vestiti, infissi, sanitari, elettrodomestici, vengono riparati, riutilizzati e venduti. Questa tipologia di materiali, che costituisce circa il 3% del totale degli scarti, riveste però un grande valore economico, che può arricchire le imprese locali, con un’ottima resa occupazionale dimostrata da molte esperienze

Lungo periodo (2-4 anni)

  1. Realizzazione di un impianto di recupero e selezione dei rifiuti (TMB finalizzato al recupero spinto dei materiali e non alla produzione di CSS – fabbrica dei materiali), in modo da recuperare altri materiali riciclabili sfuggiti alla R.D., impedire che rifiuti tossici possano essere inviati nella discarica pubblica transitoria e stabilizzare la frazione organica residua. Come esempio portiamo il Progetto  ecopulplast sviluppato a Lucca, finanziato dall’Unione Europea (Life): Questo progetto mirava a trasformare lo scarto del pulper di cartiera, costituito da plasmix e cellulosa, in un prodotto plastico finito, il pallet.  Si tratta di un progetto coordinato da Selene Spa, con Lucense, Serveco e Zero Waste Europe, col contributo dell’Istituto San’Anna.  La ricerca ha avuto esito positivo, oggi Selene produce a livello industriale i pallet
  2. Realizzazione di un impianto di trattamento dell’umido da Raccolta Differenziata mediante biodigestione seguita da compostaggio, per la produzione di biometano da mandare in rete, e di compost