Manifesto per la Sanità

Quasi l’80% del bilancio della Regione è assorbito dalla sanità.
Appare chiaro che una giunta che fallisce in quest’ambito è una giunta da dimenticare. Esistono
grandi competenze e capacità nella nostra sanità e la politica ha il compito di garantirle e di valorizzarle al massimo.

La sanità in Liguria cade a pezzi . Perché?
L’attuale giunta di centrodestra ha messo in moto una strategia fatta solo di annunci e timide proposte. Gli annunci sono stati facilmente smentiti (da Linea Condivisa, da tutti gli enti di controllo e anche soltanto dai fatti); le proposte si sono rivelate maldestre,
fuori dai bisogni del nostro territorio, tese ad assecondare il timore (tutto elettorale) di non cambiare nulla della struttura decrepita della nostra sanità. Che oggi è letteralmente al collasso.
L’attuale governo di Giovanni Toti e dell’assessora Sonia Viale ha inoltre
mentito ai media e nei documenti ufficiali sul reale stato della sanità nella nostra Regione (ben più grave di quanto si potesse immaginare) perché ha avuto la possibilità di farlo: non esiste per questi dati un servizio ispettivo del Ministero della Salute, che accetta quindi autocertificazioni dalle stesse regioni.
Le evidenti
incapacità organizzative di questa giunta hanno portato a una situazione dove vince l’ostinato ricorso agli ospedali, quando invece servirebbe una “sanità di prossimità” unita a una presa in carico complessiva del paziente. Questo nella regione in cui si registra il più alto tasso di malattie croniche : gli ospedali sono pieni perché la maggior parte delle persone che ne usufruisce quotidianamente potrebbe essere curata meglio altrove , lasciando così libera la quantità di posti letto calibrata per il nostro territorio.
Il sistema attuale è stanco e antiquato: da un lato soffre carenze di personale, dall’altro sperpera risorse in un’
infrastruttura dirigenziale sovradimensionata .
Tutto questo comporta: un aumento della spesa pubblica senza nessun miglioramento dei servizi; liste d’attesa infinite; la fuga dei pazienti verso altre regioni. Da qui la spinta verso il privato (soprattutto lombardo), che continua a espandersi a scapito del servizio pubblico.

Noi ci battiamo per un’idea diversa di sanità.
Non vogliamo ignorare i disagi e le necessità del nostro territorio, senza lasciare inascoltati i bisogni di salute della cittadinanza e l’
esperienza delle lavoratrici e dei lavoratori di questo settore. Per queste ragioni abbiamo fatto ricerche e sappiamo come procedere.
La politica si è abituata ad affrontare la programmazione sanitaria tenendo in considerazione soltanto i parametri economici, dimenticandosi del
bisogno di salute della cittadinanza.
Per curare la nostra sanità serve
cambiare modello di governance : cancellare Alisa, ridurre le ASL da 5 a 3 e con 8 distretti. Proponiamo un nuovo modello che alleggerisca l’apparato dirigente, recuperando così le risorse per: assumere il personale sanitario, aumentare la qualità delle prestazioni, rinnovare le apparecchiature diagnostiche.
Serve una nuova strategia, in cui gli ospedali servano per i fenomeni acuti e tutto il resto funzioni attraverso
modelli decentrati e vicini ai/lle cittadini/e.
Curare la sanità
significa (ben più di altri settori) “investire nel pubblico”: l’arte di destinare le risorse al miglioramento reale della qualità della vita.

Liguria. “Vedere Toti nelle fotografie, che cerca la ricostruzione del grande centro, dialogando con Renzi, per l’elezione del presidente della Repubblica, misura il distacco della politica da chi non governa il paese reale”. Lo afferma il capogruppo di Linea Condivisa in Regione Gianni Pastorino, secondo cui […]