SINTESI DEL CONVEGNO

La Comunità Europea, a fronte dell’emergenza climatica, si è posta l’obiettivo di essere al 2050 climaticamente neutra, con passaggio intermedio del 50-55 % di riduzione di emissioni di gas serra al 2030; specificando che la transizione deve essere giusta ed inclusiva, proteggendo i consumatori e i diritti dei lavoratori.

Le nostre proposte per il nuovo PEAR, quello vecchio è scaduto lo scorso anno, sono state illustrate nel convegno del 20 novembre e discusse con i relatori: Mario Agostinelli di Laudato si, Mariagrazia Midulla del WWF, Sara Gollessi di ènostra, Elena Bertolotto di Seva e Marco Giannettoni di Renergetica.

Come da indicazione europea le linee guida per il piano si basano su due capisaldi:

1) lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, tenendo conto che la produzione di energia genera il 75% delle emissioni climalteranti.
2) l’efficienza energetica, in modo da ridurre la domanda di energia, in particolare degli edifici e dei trasporti.

Produzione da fonti rinnovabili

Si è valutato che difficilmente il contributo dell’eolico off-shore possa nel breve periodo dare un contributo significativo stante le caratteristiche del mar Ligure, se non con la realizzazione di isole galleggianti, che non vengono escluse, ma ancora da valutare sul piano tecnico-economico. Anche per l’eolico a terra subentrano considerazioni di tipo paesaggistico, considerando che le zone più ventose corrispondono con il crinale appenninico e quindi zone ad alto impatto visivo. Analogamente a causa della scarsa disponibilità di territorio sembra di difficile utilizzo l’uso di vasti terreni per il fotovoltaico, non escludendone tuttavia l’uso su terreni degradati (ex cave, discariche) e dell’agrofotovoltaico. La produzione di energia da rinnovabili dovrà necessariamente essere caratterizzata da una produzione diffusa, prevedendo una significativa installazione di pannelli fotovoltaici, anche di nuova concezione, sul costruito, escludendo esclusivamente i fabbricati nei centri storici e quelli aventi caratteristiche di pregio architettonico, storico, di testimonianza. Uno degli strumenti individuati per per questa strategia è la incentivazione e la realizzazione delle Comunità di Energia Rinnovabile (CER). Microeolico e produzione di biometano dai RU dovranno contribuire al raggiungimento dell’obiettivo del 55% di energia da rinnovabili al 2030.

Non si ritiene invece debbano essere potenziate le CTE di Vado Ligure e di La Spezia, nella quale procedere alla chiusura definitiva dell’unità a carbone, in quanto alimentate da gas naturale di provenienza fossile e dalla cui combustione si generano gas climalteranti, anche se in misura ridotta rispetto al carbone.

Efficientamento energetico degli edifici

Dovrà essere perseguito l’obiettivo europeo dell’ondata di ristrutturazioni migliorando il rendimento energetico degli edifici sia col sistema a cappotto sia con altri sistemi (insufflaggio, sostituzione infissi, miglioramento sistemi di climatizzazione, ecc.) in funzione del tipo di edificio salvaguardando i centri storici, gli edifici di valore architettonico e testimoniale, cercando di intervenire con una valutazione caso per caso comunque col fine del miglioramento per quanto possibile della prestazione energetica dell’edificio. Accanto a questo dovrà essere promossa

l’estensione dell’elettrificazione con l’uso delle pompe di calore e del geotermico, ove applicabile, e dei fornelli ad induzione, quando la generazione di E.E. da rinnovabili sarà più consistente.

Efficientamento dei trasporti

La riduzione dei consumi energetici nel settore dei trasporti passa attraverso: il potenziamento del Trasporto Pubblico Locale (TPL) di per se meno energivoro del trasporto individuale; il favorire la mobilità dolce sia pedonale che ciclistica con apposite corsie riservate e con l’introduzione di zone 30 ed infine con lo spostamento su ferro di quote significative del trasporto merci

Costruzione del PEAR

Si ritiene che sia in fase progettuale che autorizzativa il nuovo PEAR debba avere un percorso partecipativo coinvolgendo tutti i soggetti interessati.

Il dibattito

I relatori hanno sostanzialmente concordato con la proposta.
Mario Agostinelli ha illustrato l’opposizione alla trasformazione della centrale di Civitavecchia da carbone a turbogas da parte della popolazione, degli enti locali e dei sindacati, avanzando la proposta di realizzare un impianto off-shore galleggiante. Esperienza da mutuare per la centrale di La Spezia
Mariagrazia Midulla ha sottolineato la necessità di un piano industriale per la transizione alle rinnovabili, anche per evitare problemi occupazionali. Le FER possono essere occasione di fare affari sopratutto se si riesce a coniugare le rinnovabili con la bellezza del paesaggio
Sara Gollessi ha illustrato l’attività concreta di ènostra in particolare per lo sviluppo delle comunità energetiche, basate sia sul fotovoltaico che sull’eolico, sottolineando le attuali limitazioni normative che si conta siano superate dalle novità in corso. L’auspicio è che le leggi regionali facilitino la realizzazione delle comunità energetiche
Elena Bertolotto di Seva, azienda che realizza e gestisce impianti idroelettrici fluenti (senza diga), ed eolici per la vendita di energia elettrica. Evidenzia le problematiche autorizzative con tempi lunghissimi (anni) per questi impianti. Fotovoltaico utilizzato in Africa con accumulo non più con batterie al piombo, ma con supercapacitori.
Marco Giannettoni di Renergetica, azienda genovese che si occupa di studi fattibilità tecnico- economica e della progettazione di impianti da FER, ha illustrato l’evoluzione della loro attività inizialmente concentrata sulla solo produzione di energia elettrica, ma che oggi vede i loro studi rivolti all’architettura del paesaggio per l’inserimento armonico delle FER. Tra l’altro hanno studiato l’agrofotovoltaico e la coesistenza con la produzione di miele osservando i vantaggi per le api delle zone d’ombra.

In conclusione l’esperienza delle aziende invitate conferma che la transizione alle FER può essere, anzi deve essere, compatibile col territorio e può essere una occasione di sviluppo economico. Il piano regionale deve favorire questa transizione creando anche un quadro vincolistico chiaro e semplice che consenta una accelerazione dei tempi senza rinunciare alla ricerca del bello.